Coltivare marijuana in guerrilla non è di certo un’attività adatta a grower alle prime armi e poco esperti: la posta in gioco è alta, ma anche i rischi lo sono.
A tutti gli effetti la definizione "coltivazione in Guerrilla" descrive quella pratica di allevare piante di cannabis in luoghi remoti o demaniali, senza nessuna autorizzazione da parte delle autorità o propietario del terreno.
Forse è proprio per questo motivo che la guerrila appassiona grower da tutte le latitudini, fomentati dalla miriade di aneddoti e storie tramandate oralmente ma anche su internet.
- Cotivazione guerrilla outdoor consigli
- importanza dell'acqua nella coltivazione di guerrilla
- Come scegliere il substrato per la guerrilla
- Come proteggere le tue piante in guerrilla
- Quali autofiorenti coltivare in guerrilla
Noi dal canto nostro potremmo raccontare di quando il breeder canadese chimera, maestro di guerrilla cannabis, dopo essersi quasi rotto il collo per scendere un dirupo che conduceva alla nostra coltivazione si girò e disse: “Filo non verro mai più a visitare un vostra coltivazione in guerrilla”.
Oppure di quando durante un sopralluogo per l’irrigazione della nostra guerrilla, fummo sorpresi dall’arrivo di elicotteri e iniziammo a scappare in maniera rocambolesca costeggiando il fiume, mimetizzandoci faccia a terra tra rovi e sterpaglie per diverse ore.
Potemmo tornare a prendere le nostre automobile parcheggiate sulla strada di campagna solo dopo 3 giorni, quando sulle principali testate italiane girava l’articolo di cronaca nera: CERCANO TOMBAROLI E TROVANO UNA RIGOGLIOSA E ATTREZZATA PIANTAGIONE (tra l’altro una legenda ancora disponibile online)
Scopo di questa guerrilla guide, che andremo ad aggiornare nel tempo, oltre a raccontare aneddoti e curiosità di guerrilla vi daremo suggerimenti e strategie indispensabili per coltivare marijuana in guerrilla massimizzando i risultati e riducendo i rischi.
Coltivazione guerrilla outdoor l'arte dell’improvvisazione e dell’adattamento potrebbero non bastare
Cos’ è la coltivazione outdoor della cannabis in guerrilla?
Senza ombra di dubbio potremmo descrivere la guerrilla come un terno al lotto o, meglio, citando ‘il compare’: “La guerrilla è come la roulette, rosso vinci nero perdi!”, un ’impresa eccitante, adrenalinica frenetica, ma anche con una discreta dose di inquietudine.
La coltivazione in guerrilla è certamente una sfida. Cacciatori, fungaioli, guardia forestale, ladri insieme a cinghiali, talpe e parassiti, Tutto può cancellare via i frutti di un duro lavoro.

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Tuttavia con il favore della Dea Bendata e una buona capacità di adattarsi ed improvvisare si possono raggiungere successi davvero inpensabili ed esperienze uniche in materia di coltivazione di marijuana.
Come nella vita d’altronde, l’imprevisto è sempre dentro l’angolo e saper improvvisare non è certamente sufficente poiché alla base è necessaria l’esperienza che solo con il passare degli anni si acquisisce.
Trasportare in collo batterie di 34 kg con pompe di sentina da 5000 L/H su pendii e dirupi, oppure connettere pannelli solari ed impianti di irrigazione, stendendo 150m di tubo nella notte, sono la prova tangibile che i più determinati, scaltri e coraggiosi hanno maggior successo nella guerrilla
Quel che è certo è che la coltivazione in guerrilla ti porterà vivere avventure mozzafiato... Puoi approfondire consultando la nostra guida: Coltivazione outdoor come crescere piante all'aperto.
guerrilla growing l’acqua non deve mai mancare!
Ma iniziamo dalle basi, ovvero dalla scelta del luogo giusto per la tua guerrilla growing . Il posto dovrà avere determinate caratteristiche per essere considerato idoneo:
- Camuffato e ben nascosto;
- Sorgente d’acqua accessibile in sufficiente quantità;
- Solida struttura del terreno.
È importante precisare che non si tratta di fattori opzionali bensì essenziali per evitare di rischiare grosso. Fondamentale sarà anche poter accedere in maniera rapida (e per poco tempo!) alla coltivazione guerrilla per ovvi motivi di sicurezza.
Quelli appena elencati rappresentano i prerequisiti che uniti a un’ottima conoscenza della pianta cannabis ed esperienza di coltivazione permettono di portare a termine imprese strabilianti!
L’acqua è veramente l’elemento imprescindibile che non deve mai mancare. Basti pensare che una pianta sia composta d’acqua per l’85% e che può arrivare ad assorbire dai 5 ai 20 litri d’acqua al giorno.

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pratico, funzionale e a basso consumo energetico. Di facile montaggio e programmazione, il sistema regola comodamente la frequenza e la durata della distribuzione d’acqua.
Secchi e taniche sono alcuni dei mezzi più comunemente utilizzati dai grower, soprattutto in fertirrigazione. Ad ogni modo, con l’aumento del numero e delle dimensioni di piante da dissetare c’è bisogno di adottare altre tecniche e stratagemmi complementari all’approvvigionamento e al trasporto umano.
Ma di quali tecniche stiamo parlando? Come possiamo garantire una riserva d’acqua alle nostre piante? Valutiamo il contesto di coltivazione in guerrilla innanzitutto: nelle zone umide e di montagli si può pensare di 1) raccogliere l’umidità con teli di nylon o 2) raccogliere la pioggia mediante l’uso di cisterne.
Ad ogni modo, sarà importante valutare il tutto in base alle dimensioni della coltura. Inutile menzionare che, prendendo spunto dalle antiche civiltà dedite all’agricoltura, i grower più esperti cercando di posizionarsi nei dintorni di corsi d’acqua i quali, con le loro falde, venature e rigagnoli sono di certo luoghi adatti ai nostri scopi.
Coltivare maria outdoor in guerrilla: il substrato è di fondamentale importanza
Per coltivare maria outdoor in guerrilla è importante la struttura del terreno, un aspetto fondamentale. E’ importante infatti stare alla larga da terreni tufacei o argillosi, i quali non garantiscono un buon drenaggio e hanno un pH abbastanza acido.
Al contrario, andate alla ricerca di terre “humiche” e torbose che si trovano tipicamente nel sottobosco; il materiale vegetale organico in decomposizione ampiamente presente in questi terreni sarà un valido alleato.
Ma come faccio a identificare un buon terreno? Prova a scavare alle pendici di una radura boscosa oppure nei dintorni di un corso d’acqua; La presenza di un primo strato di funghi simbionti (micorrizici), facilmente visibile ad occhio nudo, sarà indice di una abbondante attività microrganica.
Un posto del genere potrebbe essere l’ideale, anche infestato da alcune specie botaniche piuttosto scomode, tra cui rovi e ortiche, dei quali ti dovrai disfare.
Ma è proprio qui che si vede la stoffa del guerrillero, che in primavera non ha paura di riempirsi la braccia di stigmate nel tentativo di eradicare metri cubi di rovi
Restiamo in tema terreno con un altro aspetto rilevante per una buona coltivazione: la dimensione della buca. Anche qui avrai bisogno di una buona resilienza fisica e mentale per far fronte a vesciche dolorose e calli, effetti collaterali tipici quando si scavano, 30-50-100 buche 50x80.
Per il primo start di radicazione di consigliamo di mescolare (in proporzione 50:50) con composti specifici che puoi trovare nei negozi di settore. Evita come la peste il terriccio universale del vivaio.
Utilizza invece ammendanti solidi come guano, pollina, humus di lombrico, compost animale o vegetale, fosforite, lupini, alghe etc. che forniranno al substrato tutto ciò che serve per avere piante in salute e robuste e un prodotto finale di qualità.
Tuttavia, anni di esperienza e condivisione ci insegnano come con un posto/terreno adeguato gli ammendanti servano in minor misura. Concetti chiave restano la prevenzione, salute e stabilità della pianta in fase di fioritura, essenziali in guerrilla.
Assicurati di poter contare su trichoderma e funghi simbionti, soprattutto nelle fasi iniziali per garantire protezione da agenti patogeni e un migliore assorbimento degli elementi. Applicare mediante spray prodotti naturali come olio di neem, di pino, equiseto, quassia, silicato di sodio sopra e sotto le foglie e sugli steli.
Questo ti permetterà di proteggere la pianta dai principali micro-nemici della pianta, ovvero ragnetto, afidi, acari, mosca bianca, cocciniglia etc. Fallo con costanza e non dovrai ricorrere a rimedi estremi, come i diserbanti chimici che andrebbero a ridurre la qualità del prodotto finale.
Patogeni e temporali: come proteggere le tue piante in guerrilla cannabis
Abbiamo parlato di alcuni nemici delle piante di cannabis in guerrilla outdoor. Ma non abbiamo parlato del nemico principale, soprattutto in fioritura. Stiamo parlando della botrite.
Utilizza polvere di roccia micronizzata ricca di silicio, vaporizzata fino a prefioritura, un valido alleato di difesa della pianta, la cui azione potrai osservare anche ad occhio nudo: con l’aumento dell’umidità la pianta si copre di rugiada e la patina grigia di silicio sulle foglie scompare assorbita dall’acqua.

Sapone molle potassico
Sapone molle di potassio prodotto naturale impiegato in agricoltura biologica per contrastare le infestazioni di insetti indesiderati.
Questa ricomparirò soltanto una volta che il sole avrà asciugato la pianta. La polvere di roccia aumenta la capacità di scambio assorbimento/disidratazione della tua pianta e la difenderà dalle muffe.
Spostiamoci ora su un altro tipo di minaccia, rappresentata dai temporali estivi, che stanno assumendo sempre più i tratti fragorosi e repentini della tempesta tropicali. Le canne di bambù, utilizzate spesso per i pomodori, sono un ottimo sostegno e ancoraggio per le nostre piante.
I grower più ingegnosi le utilizzano per ancorare le loro “meraviglie”, utilizzando cordini di congiungimento per aiutare a scaricare e distribuire meglio il peso. Attento però: mai come in questo caso, se casca una cascano tutte!
Terminiamo questo viaggio nella guerrilla growing dicendo che spesso, come nella vita del resto, il successo è determinato da forze concomitanti che possiamo controllare in maggiore o minor misura.

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Laddove il nostro controllo non piò spingersi, possiamo soltanto affidarci al buon karma e alle energie positive. A seguire le caratteristiche del terreno e i materiali impiegati da questi grower, bravi e fortunati.
Autofiorenti outdoor in guerrilla: le 5 migliori piante suggerite da Grow Shop Italia.
Ecco a voi la nostra personalissima guida alla coltivazione in guerrilla delle migliori piante per adattarsi a questa tecnica:
- Purple Gurilla Auto di Guru Sage Seeds:Figlia di un incrocio tra la celebre Gorilla con una potente varietà Purple, resistente, produttiva, e anche bella potente. Colori vivaci e facile da coltivare, consigliata a coltivatori di ogni livello
- 60 day Grapefruit Auto di Guru Sage Seeds: Una varietà di cannabis autofiorente tra le più veloci che ti permetterà di raccogliere i suoi frutti dopo solo 60-65 giorni. Elevata produzione e dimensioni ridotte, ti permetterà di coltivare in maniera discreta
- Epsilon F1 Auto di Royal Queen Seeds: La più veloce delle varietà automatiche, un’ibrida figlia d’arte, offre una crescita uniforme e un aroma importante, insieme a una potenza elevata e un ciclo di fioritura ridotto. L’ideale per raccolti rapidi e omogenei.
- Gorilla Cookies FF di Fast Buds: Seme femminizzato fotoperiodico che riesce a completare un’abbondante fioritura in 7 settimane. Il risultato è saporito, potente con note di Kush e TCH fino al 29%. Facile da coltivare e perfetto per il coltivatore che non può aspettare o che vive in zone con stagioni outdoor ridotte.
Inoltre sono molto consigliate le varietà fotodipendenti a fioritura breve come le Fast version della Sweet Seeds.

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Questo articolo e tutto il materiale divulgativo è solo a scopo informativo e non intende in alcun modo condonare, promuovere o incitare, nessuna violazione delle leggi vigenti. Ricordiamo che in in Italia la coltivazione di cannabis in stile guerrilla è illegale e prevede pesanti sanzioni penali per i trasgressori.