Se ti stai chiedendo come regolare il pH della cannabis, allora sei nel posto giusto. Il pH del terreno e dell’acqua di irrigazione è un fattore critico per ogni coltivazione indoor.
La misura del pH fornisce un valore di acidità e basicità di substrato, acqua e soluzione nutritiva. Un valore equilibrato - dovuto alla concentrazione combinata di calcio e solfato - è fondamentale per la salute e il benessere di ogni specie vegetale, poiché influisce sul giusto assorbimento dei microelementi
Conoscere qual è il corretto valore del pH e come utilizzare i pH tester per controllarlo costantemente può fare la differenza tra una coltivazione esigua e un raccolto abbondante di qualità superiore.
In questo articolo scoprirai tutto ciò che è necessario sapere sul pH, ci soffermeremo sul metodo per regolarlo, fornendoti informazioni pratiche e utili per ottenere il massimo della resa dalle tue coltivazioni.
Ecco nel dettaglio cosa troverai all’interno del nostro manuale:
- pH nella coltivazione della cannabis: cos’è e come influisce?
- Qual è il pH corretto in idroponica e in terra
- Perché devi controllare il pH nella cannabis e in che modo puoi farlo?
- Come regolare il pH nella coltivazione di cannabis
- pH dell’acqua di irrigazione della cannabis: come fare per abbassarlo?
- Come calibrare un pH tester
Prosegui nella lettura.
pH nella coltivazione della cannabis: cos’è e come influisce?
Nella coltivazione di cannabis e canapa legale, come di qualsiasi altra specie vegetale, il pH incide sull’intero processo di crescita delle piante ed è influenzato praticamente da tutto. Conoscere cos’è e da cosa dipende il suo equilibrio nelle tue colture, è la chiave di volta per coltivare piante sane.
Il pH (potenziale di idrogeno) non è altro che una scala logaritmica di misura impiegata per determinare le variazioni di acidità e alcalinità di una soluzione o del terreno di coltura.
Il valore del pH viene generalmente espresso da una scala numerica che da 0 a 14, ovvero dalla massima acidità alla massima basicità.
Un pH 7 è considerato praticamente neutro, al contrario valori di pH < 7 risultano acidi mentre valori di pH > 7 sono considerati alcalino.
Alla scala numerica viene associata anche una scala cromatica:
- rosso/giallo: Acido;
- verde: Neutro;
- verde/blu: Basico.
Ma perché il pH è così importante? Ogni coltivatore esperto sa che un giusto livello di questo valore può influire positivamente sulla disponibilità di nutrienti, e quindi sullo sviluppo dell’apparato radicale di una pianta.
Se il terreno o la soluzione nutritiva è troppo acida, le radici avranno difficoltà ad assorbire i nutrimenti, come acido fosforico, calcio e magnesio. In condizioni tendenti all’alcalinità, invece, le piante non riusciranno ad assorbire minerali come ferro, rame, zinco, manganese e boro.
Il risultato di questo si traduce il più delle volte in:
- crescita stentata;
- gravi carenze nutritive.
Al contrario, livelli adeguati renderanno le tue colture più forti e resistenti, anche all’attacco di insetti e parassiti.
Raggiungere l’equilibrio perfetto per la tua coltura può essere complicato forse, ma con le giuste conoscenze e gli strumenti adeguati, gestire il livello del pH sarà davvero un gioco da ragazzi anche per i growers alle prime armi.
Leggi anche: “Carenze della cannabis: come riconoscerle osservando la foglia di marijuana”.
Qual è il pH corretto in idroponica e in terra
Il giusto ph è essenziale anche per l’assorbimento adeguato dei nutrienti e la crescita sana e rigogliosa di una pianta di cannabis. Ma qual è il valore corretto? A seconda della fase di germogliazione, crescita vegetativa o di fioritura, le piante di cannabis necessitano di un preciso valore del pH.
Cominciamo col dire che nella coltivazione della Cannabis, il pH è condizionato da:
- Substrato;
- Sostanze nutritive;
- Acqua.
Detto ciò, possiamo tranquillamente affermare che le piante di cannabis tendono a dare il meglio di sé quando crescono in un substrato leggermente acido, con un range di pH che varia tra 6.0 e 6.5, durante la crescita. Al contrario, nella fase di fioritura il valore ideale dovrebbe essere più basico, tra il 6 e il 7. In linea generale, comunque, livelli di pH superiori a 6.5 o sotto il 4,5-5,0 sono deleteri per le piante di cannabis.
Se, invece, coltivi senza suolo, in idroponica o con substrato in cocco, il pH ottimale della zona radicale deve essere leggermente inferiore e compreso tra 5,5 e 6,1, con un valore ideale prossimo al 5,8.
I terricci che trovi in commercio e i suoli organici tendenzialmente sono molto più tolleranti e riescono ad ammortizzare bene le naturali oscillazioni di pH. Negli impianti idroponici, il discorso è diverso.
Qui devi fare molta più attenzione perché sei tu a somministrare direttamente i nutrienti alle piante, con l’acqua di irrigazione e le soluzioni nutritive, generando ad ogni concimazione grandi fluttuazioni di pH rispetto al terreno.
Cosa comporta questo? Che devi intervenire tempestivamente per correggere il pH quando questo esce dall’intervallo ottimale se non vuoi rischiare di sovraconcimare le piante.
Perché devi controllare il pH nella cannabis e in che modo puoi farlo?
Come fai a sapere quando va regolato il pH della soluzione nutritiva o del substrato in cui crescono le tue piante? La risposta è molto più banale di quanto tu possa immaginare: controllando e misurando il pH ogni giorno.
Solo un costante controllo e regolazione del pH del substrato e della soluzione nutritiva garantisce, infatti, un adeguato assorbimento delle sostanze nutritive.
Le piante di cannabis assorbono i nutrienti di cui hanno bisogno soltanto entro un intervallo di pH molto ristretto, come abbiamo visto in precedenza. Quando il valore è inferiore o superiore a questo intervallo è possibile che le coltivazioni vadano incontro a carenze nutrizionali dovute al cosiddetto blocco dei nutrienti.
Per quanto tu sia esperto, può comunque capitare di sbagliare il livello di pH. Ecco perché, prima ancora di sapere come fare a controllare questo parametro, devi anche conoscere quali sono i sintomi di un valore errato manifestati dalle piante di cannabis:
- crescita rallentata;
- avvizzimento delle foglie;
- ingiallimento;
- raccolto scarno e di bassa qualità.
Tuttavia, questi sintomi sono comuni a tutta una serie di problemi che riguardano le piante. Ecco perché, in caso di dubbio, la sola cosa che puoi fare per essere sicuro è misurare i livelli di pH della cannabis. Questo controllo lo puoi effettuare rapidamente e con facilità utilizzando un comune pH tester, come vedremo anche in seguito.
Il valore del pH va misurato quotidianamente, in particolare nei sistemi a ricircolo e successivamente all'aggiunta di acqua per livellare la soluzione: poiché l'acqua e i nutrienti assorbiti dalle piante provocano un’oscillazione notevole di questo parametro.
In generale è buona norma controllare il pH dell'acqua di irrigazione dopo l'aggiunta di qualsiasi tipo di fertilizzante o stimolatore, per qualsiasi tipo di coltivazione sia in terra che idroponica.
Per evitare sbalzi di pH, inoltre, ti consigliamo sempre di usare fertilizzanti di buona qualità e con un pH stabile. In commercio esistono anche fertilizzanti che auto stabilizzano questo valore come la linea ph Perfect della Advanced Nutrients.
Ed ora vediamo nel dettaglio come devi fare a regolare il pH della tua coltivazione mantenendolo al suo valore ottimale. Continua a leggere.
Come regolare il pH nella coltivazione di cannabis
Anche se potrebbe sembrare il contrario, la regolazione del pH è una procedura estremamente facile e veloce. Dobbiamo però fare una premessa: la maggior parte dei fertilizzanti che si usano nelle coltivazioni biologiche di cannabis e canapa legale sono formulati già per abbassare il pH naturalmente neutro dell’acqua.
Se, comunque, il valore del pH non risulta adeguatamente equilibrato puoi usare specifiche soluzioni acidificanti o alcalinizzanti che servono proprio ad aumentare o abbassare questo valore.
Nello specifico, se vuoi riequilibrare il pH del terreno, puoi anche modificarne la composizione:
- Aggiungendo materiale organico come compost, letame, calce o cenere di legno, ad esempio, riuscirai ad aumentare il pH;
- Al contrario, aggiungendo sostanze più acide come la torba, il solfato di alluminio o lo zolfo, lo abbasserai.
Questa operazione è preferibile farla quando stai preparando il substrato, prima quindi di mettere a dimora le piante. L’ideale sarebbe almeno 2 o 3 mesi prima della semina.
E per quanto riguarda l’acqua di irrigazione, invece? Come bisogna agire? Scoprilo leggendo il prossimo paragrafo.
pH dell’acqua di irrigazione della cannabis: come fare per abbassarlo?
Un altro semplice metodo per cambiare il pH di un substrato è agire direttamente non sul terreno stesso, ma sul pH dell’acqua di irrigazione che è tendenzialmente neutro. In commercio esistono apposite soluzioni chimiche acidificanti (pH down) e alcalinizzanti (pH up). Per regolare il pH correttamente, quindi, ti basta;
- Aggiungere piccole quantità di prodotto pH- / pH+ all’acqua;
- Mescolare bene;
- Controllare il valore del pH con appositi tester;
- Ripetere questa operazione fino a che il pH non raggiungerà il valore richiesto.
Un altro metodo efficace consiste nell’uso di dolomite calcinata, una sostanza che fornisce un pH neutro e che quindi può essere impiegata per riequilibrare e correggere il valore di pH del tuo substrato, se troppo alto o basso.
Basta aggiungerne una tazza per ogni metro quadro di terra nell’acqua di irrigazione. E procedere ad una nuova misurazione dopo un paio di giorni dal suo utilizzo.
Come è facile intuire, per regolare il pH di una coltivazione di cannabis avrai bisogno di un misuratore di pH o pH-metro.
Il pH-metro elettronico è uno strumento molto efficace e di facile utilizzo. Basta un investimento minimo per disporre di un dispositivo professionale che ti consente di tenere sotto controllo la tua coltivazione ogni giorno.
Prima di essere utilizzati, questi strumenti richiedono una calibratura con una apposita soluzione. Una volta fatto questo, basta inserire lo strumento dotato di elettrodo nel terreno, nell’acqua o nella soluzione concimante che si vuole testare e sul display apparirà immediatamente il valore del pH. Questo strumento è indispensabile soprattutto se si coltiva in idroponica.
In alternativa, esistono anche pH tester liquidi, si tratta di reagenti che vanno mescolati all'acqua o soluzione concimante che si vuole testare. Il liquido reagisce colorandosi. Il colore viene poi paragonato ad una scala di valori fornita nella confezione, ad ogni colore corrisponde un valore di pH diverso.
Prima di controllare il pH, accertarsi che i nutrienti siano ben sciolti nell'acqua, visto che questi ultimi possono modificarlo, e che il contenitore dove preparate la soluzione sia adeguatamente pulito. Se interessato consulata la nostra guida: Come innaffiare la cannabis
Come calibrare un pH tester
Guarda il video che abbiamo realizzato e scopri come utilizzare al meglio un pH tester per tenere sotto controllo tutti i parametri vitali per una crescita sana e rigogliosa delle tue coltivazioni.
Ora che sai tutto su come e perché è importante misurare il pH delle piante di cannabis, visita la sezione del sito Grow Shop Italia dedicata esclusivamente ai migliori strumenti per la misurazione e il controllo di pH ed EC in ogni tipologia di coltivazione.