La pianta di marijuana viene spesso confusa con quella di Canapa. In realtà, si può dire che le piante di canapa condividono le stesse radici con la marijuana, pur presentando qualche differenza.
Canapa e marijuana, infatti, sono due specie genetiche diverse della stessa pianta madre, la Cannabis sativa L., facenti parte della famiglia botanica delle Cannabaceae.
Come vedremo in questo articolo, la distinzione che viene fatta tra queste due piante è puramente lessicale e, soprattutto, dipende dall’uso diverso che viene fatto di ciascuna pianta. Se la pianta di marijuana viene associata ad uno scopo puramente ricreativo-curativo, le piante di canapa sono utilizzate principalmente a livello industriale.
Fino al secolo scorso, l'Italia era uno dei paesi primari al mondo nella produzione di canapa. Le piante di canapa in Italia venivano coltivate esclusivamente in campo aperto, seguendo il ciclo stagionale. La grande produzione permetteva una vasta esportazione ed un largo uso nel settore tessile.
Tuttavia, le politiche proibizioniste e la guerra spietata alla marijuana messe in atto dagli Stati Uniti negli anni ’30 del secolo scorso, distrussero completamente l'intero settore produttivo e commerciale anche in Italia.
Dopo diversi anni di mistificazione e persecuzione, con la legge n. 242/14, il nostro paese ha assistito ad un'inversione di marcia, con una rinascita e riscoperta degli usi e delle potenzialità delle piante di canapa, che oggi possono essere coltivate senza rischiare una condotta illegale.
In questa guida faremo chiarezza, innanzitutto, sulla differenza che c’è tra piante di marijuana e canapa, per poi concentrarci sulle varietà esistenti e su come è possibile coltivarle legalmente.
Dopo lunghi anni di mistificazione e persecuzione, grazie alla legge 242/14, il nostro paese sta assistendo ad un inversione di marcia, con una rinascita e riscoperta della coltivazione di piante di canpa, la quale oggi è possibile coltivarla seguendo le regole imposte dal nostro governo, senza rischiare una condotta illegale.
Differenza tra pianta di cannabis e pianta di canapa
La pianta di canapa è una varietà di Cannabis sativa, coltivata da secoli e utilizzata per una moltitudine di scopi, dai tessuti alla cosmetica, dalla carta ai materiali di costruzione.
Sebbene sia anch’essa una specie di Cannabis Sativa, presenta elementi che la diversificano dalle altre piante di cannabis, soprattutto in relazione a:
- Quantità di THC;
- Aspetto.
La differenza principale tra le piante di marijuna e quelle di canapa è proprio la quantità trascurabile di THC (Tetraidrocannabinolo) che contiene quest’ultima, meno dello 0,2%, ovvero la soglia che classifica questa pianta come capa industriale legale.
La confusione tra cannabis e canapa deriva soprattutto dal fatto che il termine “cannabis” viene utilizzato indistintamente per qualsiasi pianta o prodotto vegetale che rientra nel genere Cannabis.
Quindi, come la canapa è un tipo di cannabis, anche la pianta di marijuana lo è, tuttavia questo termine viene impiegato in modo intercambiabile con quello di cannabis, soprattutto per descrivere i diversi tipi di marijuana e i loro effetti psicoattivi.
Per chiarire la confusione, spesso viene impiegato il termine “cannabis ricreativa” (relativo all’effetto psicoattivo di una varietà di marijuana) distinguendolo da quello di cannabis o canapa legale.
Per quanto riguarda l’aspetto, la pianta di marijuana è folta, con cime dense e resinose e foglie più larghe, mentre le piante di canapa sono basse e caratterizzate da steli fibrosi, foglie lunghe e sottile, e cime piccole e meno compatte.
Coltivazione canapa: quali incentivi ci sono?
Al giorno d’oggi, il principale impiego di una pianta di canapa è quello industriale. Questo materiale vegetale, infatti, viene utilizzato in diversi settori, in particolare quello tessile, alimentare e cosmetico, ma anche in quello innovativo della bio-edilizia.
Proprio in virtù dei numerosi impieghi, la coltivazione di piante di canapa ad uso industriale beneficia di diversi incentivi statali.
La regolamentazione della coltivazione di Canapa Sativa Legale o Canapa Light fa capo alla già citata legge n. 242/2016, che dispone per chi avvia un’azienda agricola:
- Incentivi fino a un massimo di 700 mila euro l’anno, per migliorare ed aumentare la produzione di canapa;
- Sgravio fiscale ed esenzione dai pagamenti dei contributi per i primi tre anni, e riduzione dei contributi dal 65% al 50% negli anni successivi;
- Ulteriori incentivi fiscali e finanziamenti provenienti dalle direttive regionali.
La coltivazione delle piante di canapa sativa, favorisce l’ambiente , poiché la canapa viene considerata la miglior piante fito-depuratrice del terreno al mondo.
Perciò la cannabis sativa rientra tra le coltivazioni agricole innovative, che possono usufruire di ulteriori finanziamenti e vantaggi fiscali, con l’iscrizione dell’azienda agricola o della cooperativa nel registro delle start up innovative.
Tra i principali requisiti richiesti alla coltivazione delle piante di canapa legale è l’utilizzo di sementi certificate dall’Unione Europea con quantità di tetraidrocannabinolo entro il limite dello 0,2%.
Piante di Canapa: quali sono le varietà certificate
Dunque, la legge consente la coltivazione e la vendita di canapa, purché venga rispettato il limite di THC dello 0,2%, con un valore di tollerabilità fino a 0,6%.
Ma un altro requisito indispensabile è che le piante coltivate provengano da semi certificati e contenuti nell’elenco delle varietà di canapa industriale consentite dalla Comunità Europea.
Nell’elenco sono presenti circa 68 specie che si suddividono in due gruppi, monoiche e dioiche. Le varietà dioiche producono piante sia maschili che femminili e sono espressamente indicate per produrre fibra, biomassa, canapulo e infiorescenze.
Quelle monoiche, invece, producono infiorescenze di entrambi i sessi ma sulla stessa pianta. Questo tipo di sementi viene impiegato per la produzione di altri semi, da cui poter ricavare la farina o l’olio di semi canapa.
Ecco alcune delle varietà certificate più note:
- Eletta campana: molto ricercata e quasi introvabile, produce piante di grandi dimensioni, con molte ramificazioni e fiori ben compatti e profumati. Utilizzata spesso per estrazioni di CBD;
- Carmagnola: storica varietà autoctona piemontese, famosa per l'uso nella produzione di fibre, corde e canapulo. Presenta dimensioni notevoli e alti livelli di CBD che la rendono adatta sia per l'uso industriale che per la produzione di infiorescenze;
- Tisza: varietà ungherese con struttura tipicamente da cannabis indica, cime grandi e compatte, e buoni livelli di CBD. Ottima produttrice di semi se impollinata, ma anche di infiorescenze di altissima qualità;
- kc virtus: altra varietà ungherese dall'imponente struttura con un ottimo spettro di terpeni e discreti livelli di CBD per estrazione. Assicura una buona produzione sia di fiori che semi;
- Finola: varietà con fasi di crescita veloci in quanto pianta di marijuana autofiorente e dalle dimensione molto piccole. La Finola risulta facile da raccogliere e pulire ed è possibile fare 2 raccolti in una sola stagione. Discreti livelli di cbd ottimi profumi ed aromi.
Da queste varietà certificate è possibile ricavare infiorescenze di cannabis legale, che possono essere poi vendute ad appassionati o collezionisti. Tutte le varietà certificate sono dotate di cartellino di certificazione UE.
Come far crescere una pianta di marijuana
Per creare e crescere una pianta di marijuana o una talee in salute e resistente, destinata alla produzione in campo o ad uso ornamentale, si necessita - fin dalle prime fasi di germinazione - di condizioni salubri e adatte alla prima fase vitale della pianta.
Prima di dar avvio ad una coltivazione, è necessario conoscere quanto vive una piantina di marijuana, ovvero quali sono le fasi di crescita che attraversa, in modo da dedicargli la cura che meritano.
Non è difficile imparare come coltivare una pianta di marijuana. Tuttavia, è necessario essere preparati perché ogni stadio di crescita richiede un’attenzione diversa, poiché sono diverse per ciascuna fase le esigenze della pianta in fatto di luce, nutrienti ed acqua.
Ad esempio, nella prima e più delicata fase, quella della germinazione delle piante di canapa, servono innanzitutto mini serre o grow room riscaldate con pompe di calore ed illuminate artificialmente, ma anche substrati equilibrati ideali per le prime fasi vitali di messa a dimora.
La tecnica migliore, per lavorare con questi vegetali, è la germinazione delle piante di marijuana in plateau, che conferisce due enormi vantaggi:
- Un sicuro controllo sulla percentuale di nascita, nettamente superiore alla semina in campo, con nessun rischio di germinazione tardiva;
- Possibilità di trasportare comodamente le piante di canapa senza il rischio di danneggiarle.
Quando le piantine o talee di marijuana vengono messe a dimora, (preferibilmente con la luna crescente) in vasi o direttamente nel terreno, bisogna fare attenzione a non danneggiare il delicato apparato radicale.
È di fondamentale importanza che le piante di marijuana ricevano da subito luce diretta, per rinforzare il fusto e facilitare l'attecchimento in profondità delle radici, rendendo stabile e ben salda al terreno la pianta.
Inoltre, durante la fase di crescita le piante di cannabis hanno bisogno di nutrienti ricchi di azoto e potassio, dunque si dovrà procedere con qualche somministrazione di fertilizzate biologico, dopo quasi 1 mese di vita.
Al contrario, nella fase di fioritura e maturazione del fiore si applicherà qualche dose più alta di fosforo e potassio, che favorisce una raccolta di cime più abbondanti e compatte.
La coltivazione indoor in una grow box permette indubbiamente alla pianta di marijuana di germogliare e crescere anche nelle stagioni fredde e con scarse ore di luce.
Se interessato consulta la nostra guida: Marijuana maschio o femmina come riconoscere il sesso della cannabis
Qual è la resa delle piante di cannabis?
Se ti stai chiedendo quanto produce una pianta di cannabis, la risposta non potrà essere univoca. I risultati di una coltivazione e la produzione di infiorescenze dipendono, infatti, da svariati fattori, come:
- Luce;
- Nutrienti;
- Genetica della pianta;
- Substrato;
- Coltivazione indoor o outdoor.
Secondo Assocanapa è possibile stimare la resa di un ettaro di coltivazione di canapa all’aperto tra i 100 ed i 130 quintali di paglie, e tra i 6 e gli 8 quintali di semi.
Coltivare una pianta di marijuana ad uso ornamentale e florovivaistico: cosa dice la legge
Si puo coltivare una pianta di marijuana ad uso ornamentale? La legge n. 242/2016 non cita le infiorescenze della canapa né tra le finalità della coltivazione né tra i suoi possibili usi.
Una successiva Circolare del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 23 Maggio 2016 ha chiarito che le infiorescenze possono rientrare nell’ambito di quelle coltivazioni di canapa destinate al florovivaismo, purché tali infiorescenze derivino da sementi certificate con bassi livelli di THC.
Quello del florovivaismo delle piante di marijuana è un mercato innovativo ma non privo di problematiche, spesso anche di tipo legale. Per intraprendere questa attività è necessario non solo possedere delle serre appositamente attrezzate ma anche tutta una serie di requisiti, come:
- Una licenza di florovivaio:
- Iscrizione della varietà di piante di canapa coltivata nell’elenco delle 68 varietà certificate UE;
- THC della coltivazione non superiore ai livelli stabiliti dalla normativa vigente (0,2%), con un limite di tollerabilità fino allo 0,6%.
Una volta acquistate le piante di marijuana ad uso ornamentale e florovivaistico, bisogna possedere inoltre la fattura e la copia conforme del cartellino o certificato di provenienza della varietà che si sta coltivando.
Una volta in possesso di questi requisiti, pur non essendo strettamente necessario, è consigliato di presentare comunicazione alle autorità competenti come il corpo forestale, per non incorrere in problematiche durante la coltura.
Qualora non si rispetti uno di questi parametri si può incorrere nelle sanzioni previste dal D.P.R n. 309/1990 - Testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti.
Consulta la nostra guida: CBD effetti ed utilizzi comuni
Coltivare una pianta di marijuana legale non certificata EU: è possibile?
Secondo la legge italiana si può coltivare una pianta di marijuana a casa, solo se questa provenga da sementi di varietà ammesse ed iscritte nel Catalogo Comune delle varietà delle specie di piante agricole, che non contengano un THC superiore allo 0,2%.
Molte persone si chiedono, inoltre, se è consentito comprare piante di marijuana legale per poi poter riprodurre cloni tramite propagazione. La riproduzione tramite talee di piante di cannabis legale, oggi è consentito solo per il florovivaismo e l'uso ornamentale, cioè con destinazione d'uso per giardini e terrazzi, e con apposite licenze da vivaio di riproduzione.
Non è raro ormai vedere in vendita piante di cannabis in vivai specializzati o in grow-hemp shop. Prima di acquistarle, però, bisogna sempre assicurarsi che le piante siano munite di cartellino e certificato EU.
Per garantire un’elevata qualità della pianta, nonché un rispetto dei limiti legali di THC, è necessaria un’accurata selezione di piante madri a cui segue uno scrupoloso e metodico lavoro di taleaggio.
Forte della sua esperienza nel settore, il team di Grow Shop Italia ha scelto e selezionato accuratamente le varietà di piante di maria da immettere sul mercato ed offrire ai propri clienti.
Questo lavoro assicura non solo le dovute ottemperanze legali, ma permette anche di vendere una pianta di maria certificata, forte ed in salute, destinata al commercio nei vivai.
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Tutte le aziende scelte da GSI assicurano il rispetto di tutti i requisiti legali e tecnici per produrre e vendere talee di canapa legale destinate alla vendita per uso ornamentale.
Piante di canapa ad uso ornamentale e florovivaistico
Il florovivaismo delle piante di canapa è un mercato innovativo ma non privo di problematiche, spesso anche di tipo legale.
Per intraprendere questa attività è necessario avere delle serre appositamente attrezzate, ma in primis occore possedere una licenza di florovivaio.
Una volta acquistate le piante di canapa ad uso ornamentale, bisogna possedere la fattura e la copia conforme del cartellino o certificato di provenienza della varietà che si sta coltivando.
Assicurarsi che la genetica coltivata sia stata ben selezionata per non incorrere a spiacevoli noie legali, come ad esempio il limite dello 0,6% di thc imposto dalla legge.
Inoltre è fondamentale che la varietà di piante di marijuana coltivata risulti essere iscritta nel elenco delle 65 varietà certificate UE.
Una volta in possesso di questi requisiti, (non è strettamente necessario) ma consigliato farlo, presentare comunicazione alle autorità competenti come il corpo forestale, per non incorrere in problematiche durante la coltura.
Qualora non si rispetti uno di questi parametri si può incorrere nella legge 309/90 sugli stupefacenti.