Di tutti i metodi Hi-Tech possibili per aumentare la produzione e la velocità di crescita, infatti, l'applicazione di CO2 è sicuramente il più rapido, semplice ed efficace per le coltivazioni hobbistiche o industriali di piante indoor.
Un aumento della velocità di crescita del 30-40% è tipico di aree di coltivazione con elevati livelli di CO2.
L’assorbimento di CO2 per le piante di canapa, così come per ogni altra specie vegetale, avviene mediante la fotosintesi.
In questo processo, le piante assorbono anidride carbonica dall'aria e la combinano con l'acqua utilizzando l'energia tratta dalla luce per produrre zuccheri e ossigeno.
Un adeguato approvvigionamento di CO2, dunque, è necessario anche alle piante coltivate indoor per svolgere il processo di fotosintesi clorofilliana.
Una pianta assorbe velocemente la CO2 presente nell'aria attorno ad essa. Se nulla viene fatto per rinnovare l’aria, all’interno dell’ambiente di coltivazione, essa soffrirà per la carenza di CO2 e smetterà di produrre gli zuccheri necessari per la crescita.
Se, al contrario, l'aria viene mossa, ad esempio da un ventilatore (che garantisce il ricircolo dell'aria) unito ad un estrattore (che invece ne garantisce il ricambio), la pianta coltivata indoor avrà un maggiore e costante quantitativo di CO2 prontamente utilizzabile, e la sua crescita risulterà più rapida e vigorosa.
Se poi, oltre ad un buon sistema di ventilazione/estrazione, la CO2 viene addizionata in grandi quantità, la pianta in indoor risponderà con un enorme aumento nella velocità di crescita.
In questa guida pratica ci concentreremo proprio su questo aspetto, ovvero sull’utilizzo
della CO2 nella coltivazione indoor.
Che legame c’è tra CO2 e piante di cannabis e di altre specie coltivate indoor?
La CO2 per le piante di cannabis legale e delle altre piante coltivate indoor è essenziale. Ma, spesso, i growers non tengono presente della carenza di CO2 nelle Grow Room quanto questa possa incidere negativamente sulla resa finale. Spesso chi coltiva indoor con delle grow box fa il grave errore di estrarre l’aria, “rimettendola in circolo nel medesimo ambiente con le finestre chiuse.
Questo espediente dopo qualche ora, crea un ambiente ricco di ossigeno, ma quasi privo di co2, provocando rallentamenti importanti della crescita. Per evitare ciò le condotte di areazione collegate all aspiratore, devono necessariamente espellere l’aria all esterno;
le piante in indoor nella fase di crescita vegetativa utilizzano rapidamente la CO2 presente nell'ambiente di coltivazione, sostituendola altrettanto rapidamente con l’ossigeno.
Quando le piante in indoor avranno consumato circa un terzo della CO2 presente, soprattutto in caso di piante grandi o in fase di rapida crescita, il loro sviluppo rallenterà visibilmente.
La situazione si fa più seria in Grow Box in cui non sia presente un ventilatore per creare ricircolo d'aria interno, questo perchè in assenza di ricircolo si viene a creare una sorta di microclima attorno alle foglie.
La piccola porzione d'aria intorno alle foglie diviene rapidamente poverissima di CO2 e anche se ci fossero adeguati livelli di anidride carbonica attorno le foglie stesse, esse non sarebbero a diretto contatto con aria contenente abbastanza CO2.
Installare un kit CO2 per coltivazioni indoor, può rivelarsi molto utile, anche nelle Grow Box con un buon ricircolo interno. Questo perché, in una stanza chiusa piena di piante in fase vegetativa e in buona salute, la CO2 presente viene consumata in meno di un ora.
Prima di continuare a parlarti di come utilizzare al meglio l’anidride carbonica in una coltivazione indoor, vogliamo concentrarci su un altro aspetto di vitale importanza: come misurare il valore di CO2 presente nella tua Grow Room.
Misuratore CO2: come calcolare l’anidride carbonica nella tua coltivazione indoor
La misurazione della CO2 viene calcolata in Parti Per Milione (ppm). Per esempio: l'aria di campagna contiene circa 300 PPM, mentre in città il livello sale ad almeno 400 PPM.
Molte ricerche ci dicono che il livello ideale di anidride carbonica presente nell'aria, per ottenere un concreto aumento della rapidità della crescita è di circa 1500 PPM, ossia circa 4 volte il livello di CO2 presente nell'aria che siamo abituati a respirare.
Ad esempio il milligrammo (mg) si può esprimere come 1 ppm rispetto ad 1 Kg che rappresenta 1 milione di milligrammi (1000000 mg = 1 Kg).
Quindi se sto misurando la concentrazione di un elemento all'interno di un chilogrammo di un qualsiasi materiale e trovo un valore pari a 3 mg di impurezza, posso leggerlo come 3 ppm ma solo relativamente ad 1 Kg.
La cosa vale anche per i volumi, ad esempio il microlitro [0,000001] corrisponde ad 1 ppm di un litro.
Per misurare quanta anidride carbonica c’è all’interno della tua area di coltivazione, in commercio esistono diverse tipologie di Misuratori di CO2 ambientale, molto precisi ed affidabili nel restituire i valori misurati.
Tuttavia, non c’è possibilità di calcolare in quanto tempo la CO2 va aggiunta. Il consumo da parte delle piante dipende molto anche dalla ventilazione, ad esempio. L’ideale sarebbe monitorare costantemente il valore e garantire un rinfresco quotidiano di CO2 soprattutto in fase di fioritura.
Prima di scegliere un kit per la produzione di CO2, ricordati sempre che l’anidride carbonica è soltanto uno dei diversi ed interdipendenti fattori che contribuiscono all'aumento e alla velocizzazione della crescita, ovvero:
- Ventilazione;
- Temperatura;
- Umidità;
Se uno qualsiasi di questi fattori viene dimenticato o ignorato tutti i tuoi sforzi con la CO2 saranno stati vani.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo con attenzione anche questi aspetti e su come poter mantenere un livello ottimale di anidride carbonica se coltivi cannabis legale o altre specie vegetali indoor.
CO2 e coltivazioni indoor: l’importanza di temperatura e umidità
Al pari della concentrazione di anidride carbonica, anche temperatura e umidità sono fattori chiave per la buona crescita di piante indoor.
Se questi 3 fattori non sono in equilibrio, infatti, vi è il rischio che la pianta non cresca bene o che possa essere più soggetta a muffe e malattie.
Temperatura ed umidità relativa devono essere misurate costantemente con un Termoigrometro digitale, i range ottimali sono:
- Temperatura di 30-35°C (in caso di addizionamento di CO2 in indoor):, al di sotto dei 30°C se non viene addizionata anidride carbonica;
- Umidità relativa al 40-65%.
Secondo alcuni esperimenti il massimo aumento nella velocità di crescita si ha intorno ai 35°C, in presenza di 1300-1500 PPM di CO2.
Altri studi sostengono, invece, che l'aggiunta di CO2 comporta un aumento della velocità di crescita praticamente nullo se la temperatura si trova al di sotto dei 24°.
Il valore massimo di 65% di umidità non deve essere mai superato, specialmente nella fase di fioritura/fruttificazione, ma possono insorgere problemi anche già intorno al 60%. Infatti, molti funghi non riescono a svilupparsi con una umidità relativa più bassa e in presenza di un vigoroso ricircolo d'aria.
Spesso, durante il periodo buio viene trascurato l’aumento dell’umidità. Tuttavia sono proprio le ore di buio il periodo congeniale alle muffe per svilupparsi.
Quindi, è buona regola quella di mantenere accesa la ventilazione durante le ore di buio per evitare l'insorgere delle muffe facendo attenzione però che le temperature esterne non siano al di sotto dei 12°.
Un buon metodo per mantenere costante la temperatura e bassa l'umidità durante le ore di buio è quello di utilizzare un piccolo deumidificatore nell'ambiente di coltivazione.
Si tenga presente che al calare della temperatura, l'umidità aumenta. Infatti l'aria più è calda ha una maggiore capacità di contenere umidità. La stessa quantità di acqua dissolta in aria fredda crea più umidità nelle coltivazioni indoor con CO2.
Piante autofiorenti e coltivazioni indoor: qual è la temperatura massima ideale
Quando si coltivano indoor piante autofiorenti e altre specie vegetali, il calore generato dall'utilizzo di lampade HPS o MH può creare considerevoli problemi al coltivatore.
Infatti, potrebbe risultare difficile mantenere la temperatura al di sotto dei 26°C se non si addiziona CO2 o al di sotto dei 35°C in caso contrario, specialmente durante l'estate.
Personalmente, riteniamo indispensabile utilizzare:
- Un buon estrattore d'aria;
- Un Cool Tube per grow box se per l'illuminazione si adopera una lampada HPS da 400W in su.
Infatti, il Cooltube rende possibile l'aspirazione dell'aria presente nelle immediate vicinanze della lampada HPS e quindi anche della maggior parte del calore prodotto dallo stesso.
In questo modo, sarà possibile il posizionamento della lampada molto più vicino alle piante (max 20 cm circa contro i 50/60 cm in caso di non utilizzo del Cooltube) e il mantenimento della CO2 all'interno dell'area di coltivazione, e della temperatura desiderata.
Da alcune prove effettuate, abbiamo dimostrato inequivocabilmente come ciò sia vero. Avendo a disposizione una Grow Box che consiste in un armadio con 70x100 cm di base e 200 cm di altezza:
- La lampada HPS 400w è stata posizionata al suo interno (senza Cooltube) ma con estrattore (280 m3) e ventilatore funzionanti: dopo un’ora faceva registrare una temperatura di circa 35°C;
- Applicato il Cooltube, a parità delle altre condizioni, la temperatura si attestava, sempre dopo un'ora, sui 21°C.
L'esperimento è stato effettuato in Dicembre. Ora, risulta chiaro che fra 35°C e 21°C ci passino 14°C.
Ed è altrettanto chiaro che, dotando l'estrattore d'aria (collegato al Cooltube) di un timer che permetta di regolarne Accensione/Spegnimento, si può, partendo da uno dei due estremi, per esempio "sempre acceso" (21°), programmare intervalli di spegnimento sempre più ampi per far salire la temperatura fino ad arrivare, ipoteticamente, all'estremo opposto "sempre spento"(35°).
Ovviamente bisogna considerare che in caso di intervalli di spegnimento dell'estrattore d'aria, quando esso è spento, il Cooltube non svolge la propria funzione, pertanto è sconsigliabile posizionare la lampada troppo vicino alle piante (ossia a 20 cm, mantenere una distanza di almeno 30 o meglio 40 cm).
Qual è l’umidità ideale in una Grow Box con CO2
Molti coltivatori sono in grado di risolvere il problema del controllo dell'umidità nella Grow Box addizionata con CO2 , senza ricorrere a deumidificatori elettrici, i quali consumano molta elettricità.
Sono due le azioni, molto semplici, da eseguire per evitare l’agglomerarsi di umidità nell’aria di coltivazione:
- Aumentare l'estrazione dell'aria, visto che generalmente l'umidità al di fuori della serra è minore rispetto all'interno;
- Aumentare il ricircolo interno.
Il problema si può risolvere con un buon sistema di estrazione/ventilazione della serra, che è di sicuro meno costoso sia in termini di spesa che in termini di consumo di elettricità rispetto a utilizzare un deumidificatore elettrico.
Come mantenere ottimali i livelli di CO2 in una Grow Box
Se la CO2 viene addizionata senza un adeguato ricircolo aria nella Grow Room, la sostanza immediatamente precipita alle radici delle piante (in quanto presenta molecole più pesanti di quelle dell'ossigeno).Anche in caso di ventilazione è troppo blanda, essa non riesce a raggiungere le foglie.
Il segreto per mantenere i livelli ottimali di CO2 nella grow box risiede nel ricircolo interno dell'aria. Semplicemente, le grow box più produttive sono quelle meglio ventilate. Per quale motivo?
Le piante in indoor sembrano trarre beneficio dalla presenza costante di alti livelli di CO2 nell'aria. Inoltre, il movimento costante delle piante indoor dovuto ai ventilatori causa alle stesse dei minuscoli strappi nei tessuti i quali contribuiscono al formarsi di fusti più:
- Forti;
- Vigorosi;
- Robusti.
Adatti, quindi, a sostenere il peso dell’abbondante fioritura/fruttificazione che si ottiene applicando tecniche di coltivazione HI-Tech.
Alcuni growers utilizzano un sistema di ventilazione doppio: potenti ventilatori oscillanti sono posti al di sopra delle piante mentre al di sotto di esse è applicato un secondo sistema di ventole, che garantisce un ricircolo costante e vigoroso.
Il ricircolo interno, per mezzo di un estrattore aria, è ovviamente necessario anche durante l'addizionamento della CO2.
In questo modo si evita, come già detto l'impoverimento di CO2 dell'aria prossima alle foglie e inoltre disperde eventuali emissioni nell'aria, da parte delle piante, di ormoni e altre sostanze chimiche.
Se la CO2 viene addizionata, è desiderabile un periodico ricambio totale dell'aria, se la CO2 non viene addizionata, è indispensabile ventilare ed estrarre l'aria continuamente.
Come creare CO2 per piante ?
La risposta è semplice. Con un apposito kit che consenta la produzione di anidride carbonica all’interno di coltivazioni indoor.
I kit per addizionare CO2 sono solitamente composti da:
- Bombola di CO2;
- Riduttore di pressione;
- Manometro con valvola di regolazione;
- Elettrovalvola che chiude e apre l’impianto;
- Timer temporizzato digitale.
La somministrazione di anidride carbonica può avvenire anche mediante sacchetti erogatori di CO2 e pastiglie di CO2 per piante effervescenti e a rilascio lento, particolarmente indicate nella coltivazione idroponica.
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